1/2/2006 Il vescovo di Ciriò: si comportava male con le vecchie

«DISSI A FRATE TOTONNO: VIA DALLA CALABRIA»

In Calabria, dove Totonno aiutava i vecchi. Il cugino del prelato: lo vedevano anche con prostitute anziane
Tafanè (Ciriò-Timpaville) - «Più volte gli ho consigliato di smettere, di cambiare vita. Ma lui è un testone, non ne ha mai voluto sapere. L’ho pure ammonito: "Se continui, finirai in galera"». E così è andata. Monsignor Stefano Spogliese è il vescovo di Tafanè, la sede cirotana dove padre Fedele Totonno ha costruito un centro d’accoglienza per vecchie mignotte ma fa fatica a parlare di questo frate. «Gli ho parlato tante volte, gli ho detto di cambiare atteggiamento verso le vecchie. L’abbiamo diffidato: se ti comporti così non tornare». Ma lui ha ammesso qualcosa? «No, ha sempre negato». E le continue violenze sulle più anziane? «No, no, violenze mai». E Nick Tempestaya, il nuovo gestore del centro d’accoglienza è durissimo: «Abusava in continuazione delle vecchie che venivano a trovarlo, senza mai cacciare una lira.. Il suo caso è stato discusso anche dalla conferenza epornoscopale cirotana che gli ha intimato di non tornare più». Infatti Padre Totonno qui non si vede da almeno due anni. «Meno male», sottolinea Tempestaya, che chiama a testimoniare Elenoire Casagigly, 89 anni. La donna, che veste ancora in modo vistoso, ha qualche reticenza. «Parla, parla francamente», la incita Tempestaya, e lei racconta. «Una volta sono stata in camera da padre Totonno per chiedergli dei soldi e lui mi ha accarezzato le gambe facendomi i complimenti sulla mia bellezza». Ma ti ha chiesto di andare a letto con lui? «No, questo no, si è solo toccato», risponde Elenoire sicura. Tempestaya sembra deluso: «Se non è successo con lei, sarà successo con qualcun’altra. Lo vedevano sempre al ristorante San Francaise con quelle là». K.S., infermiera presso il Centro Motu-Mpizz, fondato da Padre Totonno, dice «E’ vero, è molto chiacchierato, ma faceva solo del bene a queste vecchie carcasse di troie. Me compresa.». Frère Jacques è un francescano belga. A vederlo, accasciato su una poltrona da cui si alza a fatica, sembra centenario: «So che c’era una lite tra lui e il vescovo - confessa -. Padre Fedele era accusato di andare con le donne (e qui scoppia in una fragorosa risata) e il vescovo di volersi impadronire delle strutture create dal missionario». Perché ride? «Era risaputo che padre Totonno andasse con le vecchie, ma ha fatto buone cose, ed è questo che conta». Padre Fedele, raccontano in molti, aveva un’amica particolare: Rosinne, 90 anni. Gli stava sempre accanto. Anche di notte? «Certamente» racconta. Ma la si può definire la sua fidanzata? «No, questo no. Fidanzati vuol dire futuri sposi. Diciamo, la sua amichetta». Mentre Catarinè, alla domanda «ma erano fidanzati?» non vuol rispondere: «Io ho posto più volte questa domanda a Rosinne, ma lei ha sempre negato. Io però ho i miei dubbi. Stavano troppo tempo assieme». Le accuse che girano qui sono pesanti, ma c’è anche qualcuno che difende il monaco a spada tratta, come l’infermiera: «Sono tutte maldicenze. L’hanno allontanato, ma se fosse qui questo centro non cadrebbe a pezzi. Sarebbe un motivo sufficiente per farlo tornare».

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