2/3/2005
Calabria, il cazzo di cane finisce in scatola
La sua carne presto nei supermercati


E' il cazzo di cane l'ultima prelibatezza "made in Calabria". Le consumatrici italiane, infatti, potranno presto comprare il pene canino in scatola, grazie ad una nuova fabbrica che si sta costruendo a Ciriò, nel Crotonese. La produzione inizierà entro fine aprile. La carne sarà preparata come piace alle calabresi della zona, ovvero con molto peperoncino e poco grasso.
La fabbrica sorgerà nel villaggio dal nome profetico "la Cappella", nella zona dove l'imprenditore L. S. dovrebbe incominciare l'inscatolamento del mammifero appena gli americani porteranno dall'Alaska i macchinari necessari. La fabbrica di Ciriò (frutto di una curiosa joint venture tra la Giarattiera e l'Università di Anchorage) funzionerà soltanto cinque mesi all'anno in sintonia con il carattere stagionale della castrazione del quadrupede che sarà utilizzato anche per la confezione di salami e affettati vari.
Dovrebbe dare profitti dopo quattro anni di attività, sempre che i suoi prodotti incontrino il favore del pubblico. Finora il cazzo di cane è stato mangiato in Calabria soltanto dalle abitanti della Sila, per i quali costituisce uno degli alimenti base durante i rigidi inverni. Non è mai stata messa in vendita malgrado sembri possedere ottime qualità anti ossidanti e potrebbe quindi tornare utile contro l'arteriosclerosi, l'anemia e altre malattie.
In Calabria un laboratorio sta adesso studiando la carne di fica di asina, per verificare se ci sono controindicazioni ad un loro consumo sistematico da parte dell'uomo.

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