28/2/2005
Rocco Damiano: "Mi manca il mio lavoro"
"Sono frustrato" confessa il pornodivo


Il pornodivo, che in genere non ama farsi vedere troppo in tv, ha voluto parlare di sè e di questo suo momento, subito dopo una trasmissione dedicata all'evoluzione del porno, registrata dal canale satellitare di Sky Planet. "Il mio ultimo film è stato Il Ficcatore. E' un remake di Il cacciatore di Michael Cimino. Io interpreto il ruolo che fu di De Niro. Girarlo è stato una catastrofe, è successo di tutto. Mi sono persino schiacciato una palla. Sarà forse il resumè della mia carriera?". Trentotto anni, Damiano ha alle spalle 20 anni di esperienza nel mondo del cinema a luci rosse. Oggi, però, sembra essersi pentito.
A maggio, l'ex pornodivo comincerà le riprese, ma solo come conduttore, di un reality esotico ambientato a Ladispoli in uscita a fine anno. "Sarà una scuola da pornostar - spiega - in cui seguirò passo dopo passo una giovane coppia alle prime armi nel porno. Vorrei che fossero un ragazzo e una ragazza italiani. Spiegherò loro tutte le fasi del sesso davanti le telecamere". E aggiunge: "Perchè sono pochi in grado di fare questo lavoro. Il vero professionista è chi non ha un'ideale di donna, chi riesce a lavorare ad ogni ora e in ogni condizione. Il sesso è psicologia".
Damiano, che nel '96 ha vinto l'Hot D'Or a Cannes come miglior regista esordiente, confessa di "vivere un brutto periodo" da quanto ha smesso di recitare. "Mi sento come un drogato che vuole smettere - dice - sono frustrato fisicamente perchè non ho più i ritmi di prima. Ho persino pensato di consultare un sessuologo. E poi - aggiunge - è difficile motivarmi a lavorare. Cerco me nei miei attori, ma mi devo dimenticare". D'altra parte, la pornografia per Rocco è stata una vocazione più che un mestiere. Una fantasia che cominciò a coltivare da adolescente. "Lo rifarei. C'e' forse lavoro migliore?" dice.
E' stato lui a cercarlo quando, nei primi anni '80, cominciò a frequentare i club per scambisti di Los Angeles. "E' stato il momento più bello della mia vita - ricorda - Ero affascinato dalla libertà di fare sesso. C'era tutta l'alta borghesia americana, persone dello spettacolo". Poi si lascia andare e fa qualche nome "Teresa Orlowsky, Marlon Brando, Raquel Welch...". Fu a L.A. che incontrò Gabriel Pontello, che gli aprì le porte dell'hard. Solo nel 1989 uscì, invece, il suo primo film italiano.
Damiano non manca di essere critico nei confronti dell'hard contemporaneo. E' convinto che oggi, in un mondo diventato estremo, anche il porno sia più estremo. "Si sta andando verso una fisicità gratuita - dice - L'aggressività e la violenza prevalgono sul godimento. Si perde in autenticità e non è una novità che molti miei colleghi usano il viagra". Poi, però, ci tiene a precisare che nel mondo dell'hard contemporaneo non ci sono solo ombre. "Certe tecniche del porno come la camera a mano, assenza di colonne sonore, sono state fonte d'ispirazione per molti registi normali" dichiara convinto Damiano e racconta di una certa telefonata che Lars von Trier gli avrebbe fatto qualche tempo fa... Telefonata in cui il maestro del Dogma ha ammesso di essersi ispirato a certe tecniche di ripresa dell'hard nella stesura del suo manifesto.

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