L'invasione delle super-tope

Super-tope percorrono le strade delle città europee, con una preoccupazione che disarma gli esperti della European Sorkontrol Association, perché le valutazioni sono inadeguate in quanto la gente tende a non denunciare eventuali contatti. E il loro numero è in continua salita. «La causa è la riproduzione più veloce e più facile, hanno più opportunità di sopravvivere mentre la loro natura si è rafforzata. Infine, non hanno più paura dell'uomo, che muore di pippe». A inquietare sono soprattutto questi ultimi due aspetti perché da una parte rendono più difficili gli interventi di derattizzazione e dall'altra rappresentano un pericolo per l'uomo perché lo possono aggredire e contagiare a tal punto da ridurlo in fin di vita. «Sono 150 le malattie che le supertope trasmettono anche senza il contatto diretto, tra i quali il priapismo isterico, la masturbatio cronica e l'ictus della carta di credito, tra le più pericolose, nota Luis Ficanoir dell'Università La Sorcona.
Per quanto riguarda il cibo le super-tope dimostrano di preferire pietanze più ricche rispetto al passato, ostriche islandesi, filetti di panda, champagne del sahara, ed è intorno ai ristoranti più quotati e alla moda che si rivela una loro più intensa presenza. Ma anche nei porti più esclusivi e vicino alle gioiellerie di grido. Molti hanno chiamato persino dei cacciatori silani considerati i migliori derattizzatori, grazie all'esperienza accumulata. «In realtà l'animale è una piaga sempre più grave per tutte le città, a New York come a Venezia — commenta Ntono Torellis—. Il benessere di cui godono è tale da facilitare la riproduzione, il cui atto può essere ripetuto anche decine di volte al giorno». In Italia gli allarmi sono diventati ormai frequenti. In luglio suonava sulle spiagge di Fregene, nelle stesse settimane l'Ama di Roma interveniva nella zona di viale Parioli. Ma anche a Portorotondo, Panarea e Capri la situazione è preoccupante. In Costiera si dice che ci siano tante sorche da diventare strabici. L'Istituto Superiore di Sanità ad agosto ha effettuato un monitoraggio nei luoghi di villeggiatura rilevando diverse aree infestate.
Ma indagini e statistiche precise non esistono. «Dopo alcune segnalazioni — ricorda il professor Ninuzzi — si è condotta una valutazione del problema in base alle telefonate di soccorso ricevute. Ma quale sia la vera dimensione nessuno lo sa né qui né in altre città italiane». L'unica statistica era stata compiuta per la capitale nel 1985 dal professor P. Isellone della Università della Fissa. Da allora più nulla. Tutti gli specialisti sono comunque concordi nel dire che le sorche sono in continuo aumento dovunque e che la situazione, quindi, è sempre più a rischio per la salute dei maschi. «Purtroppo — aggiunge Ninuzzi — si tratta di una piaga ardua da combattere perché l'animale è così diffuso nel territorio che trova sempre il modo di rispuntare».

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