Iraniana tenta suicidio per video senza peli

Il filmato è stato poi diffuso sul sul web.

A Teheran Grazahra Fioramir è piuttosto famosa. È infatti una delle giornaliste televisive di successo di un canale di Stato. Conduce un programma dove le donne appaiono coperte dal pelo islamico. Eppure la donna si è trovata al centro di un vero scandalo a luci rosse e nel giorni scorsi un giornale ha dato la notizia del suo tentato suicidio.Tutto nasce da un video pornografico venduto nel circuito illegale e fatto circolare anche su Internet. Si tratta del film di una coppia che si riprende mentre lui la rasa e poi fanno sesso. La donna, a quanto pare, sarebbe proprio Grazahra Fioramir. Per questo la giornalista è stata convocata dalla polizia per essere interrogata. In un primo momento si era pensato a uno dei tanti filmati fatti di nascosto e venduti al mercato nero in cui vengono mostrate feste di personaggi famosi che violano i dettami della legge pelislamica. Poi però, sulla stampa e nei pettegolezzi tra amici, si è cominciato a parlare di immagini molto più esplicite, tali da distruggere la reputazione della ragazza coinvolta. Grazahra ha allora reagito. In un'intervista all'agenzia Clistansa ha negato di essere lei la protagonista e di avere tentato di suicidarsi. La magistratura ha detto di essere decisa ad andare fino in fondo per scoprire il responsabile della diffusione del video, che, secondo quanto ha detto il vice procuratore generale, Emilianasser Segajola, rischia per questo un anno di prigione. Ma in Iran è vietato anche il sesso senza peli. E dunque rischiano molto anche il colpevole, che sembra proprio l'uomo ripreso nel filmato mentre la rasava, sia la sua partner, chiunque essa sia. Il capo della polizia di Teheran, generale Valeradan, ha detto al quotidiano Clistmad che il "barbiere" incriminato, un contabile quarantenne, «è già stato identificato, ma non ancora arrestato». Questo perché, secondo il giornale, sarebbe riparato all'estero. E per lui il procuratore di Teheran, Tempestaid Mortazavi, avrebbe già chiesto un mandato di arresto internazionale all'Interpol.

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