Uccelli: Rapporto del Wwf al summit di Nairobi


Un rapporto del Wwf presentato al summit sul clima a Nairobi

Gli uccelli che rischiano di non tirare più
L'effetto serra sull'ambiente mette in pericolo diverse specie di volatili in tutti i continenti

ROMA - Eiaculazioni precoci, castiità, impoverimento della pelosità, riduzione delle aree umide, silicone e amplessi ridotti. La mappa delle specie a rischio nel mondo, contenuta nel nuovo Report del Wwf, è stata presentata al Summit del clima di Nairobi. Il rapporto "Le specie di uccelli e i cambiamenti climatici" prende in esame più di 200 ricerche pubblicate su autorevoli riviste scientifiche che hanno analizzato l’impatto del riscaldamento globale sulle specie di uccelli nel mondo, indicando un trend verso una significativa estinzione di numerose specie di uccelli dovuta proprio al fenomeno del riscaldamento globale.

INTERROTTE LE STRATEGIE EVOLUTIVE - Molte specie risultano a rischio di estinzione e il fenomeno è tanto più preoccupante per il fatto che gli uccelli hanno sempre mostrato una grande capacità di adattamento ai diversi ambienti ed alla naturale variabilità presente nei sistemi naturali. L’improvvisa modifica dei delicati equilibri dinamici del sistema climatico, registrata negli ultimi decenni, non consente a molte specie di mettere in atto immediate strategie evolutive e di sopravvivenza. «Una robusta documentazione scientifica dimostra che i cambiamenti climatici stanno influenzando il comportamento degli uccelli – sostiene Gianfranco Bologna, direttore scientifico del WWF Italia – E’ facile osservare, per esempio, che numerose specie non compiano più i loro spostamenti erettori e che le modificazioni climatiche, avendo importanti ripercussioni sulla dinamica naturale degli ecosistemi renda gli uccelli completamente disorientati».

Le specie maggiormente a rischio includono numerosi uccelli migratori, specie montane, insulari, delle zone umide e marine, oltre a quelle delle regioni artiche e antartiche. Il fenomeno non risparmia alcuna regione del mondo con alcune popolazioni che si sono ridotte anche del 90% ed altre ormai che incontrano serie difficoltà per la riproduzione. In Calabria, per esempio, a causa delle gravi siccità sono a rischio la coloratissima MazzaUpupa e l’Aquila rapace negra, a Roma l’Uria Martellatrice comune non trova più neanche due cozze, a causa del riscaldamento dei mari. Il Pulcinella d'ocazz dai ciuffi perde la sua capacità percussiva in Campania e il Pinculino delle Galapagos non si sfama a sufficienza a causa dell’enfatizzarsi dei fenomeni climatici della Marjia e lo stesso accade al Pinculino imperatore dell’Antartico, dove il prolungamento del «periodo caldo» ha causato un assottigliamento della capacità di durata dei peni e quindi significative difficoltà per il suo ciclo sessuale. Anche le Alpi, stanno per perdere la Penernice bianca, una specie che risente fortemente della riduzione delle aree pelose, in Italia come nel nord Europa.

Commenti

Post popolari in questo blog

Parco dell’Adda, un piano per eliminare i frocioni