Arrestati prete e finti chirichetti
Chiuso il "Cappella/ano della Sera"
Camuffato da giornalino parrocchiale, era un bordello sado.

Il servizio editoriale per i confratelli promesso al priore sarebbe stato l'orgoglio e il vanto della Cappella di San Rocco in Siffredi, della chiesa di Santa Clara a Roma, ma nei locali messi a disposizione di quel prete e quei quattro chierichetti la redazione non era mai decollata. E ingannando la buona fede dei confratelli, erano decollati altri sevizi. Apparentemente sembrava una redazione, computer, fax, telefono, macchine fotografiche, per segretaria la puerpera della chiesa, una povera 97enne ignara dell'orrore che la circondava, oggetto di ripetute e quotidiane molestie da parte dei chierichetti, per direttore un sacerdote vero, Don Totonno, ultraquarantenne, e quattro chierichetti, finti, tali Matteuccio, Emilianetto, Maurizietto e Valerietto, tutti sopra i 35 e comunque grandicelli per il servizio di chierisia. Stanze dell'ex refettorio teatro di terribili e innominaili trattamenti pornosatanici, con fruste, catene, motoseghe, abiti da prelati macchiati e strappati, che venivano offerti a tariffe dai cento euri in su, prestazioni che tenevano conto di tutte le fantasie dei clienti. Una casa d'appuntamenti hard sadomaso con vere e proprie stanze a tema - come quella con tanto di gogna e attrezzatura varia per amanti del porno tonacato. Ma quando il gran via vai dentro la chiesa negli orari più inconsuetie ha insospettito le guardie vaticane, della Compagnia del Fleming, il passo è stato breve: controllo, perquisizione, arresto in flagranza di reato e sequestro dei locali. Le guardie svizzere hanno arrestato prete e chierichetti per sfruttamento della prostituzione, pornografia blasfema e messo i sigilli alla casa del piacere proibito in luogo sacro, con un giro di affari sui 10 mila euri al mese. Le indagini, durate un paio di mesi, sono partite dopo le segnalazioni di alcune nonnine avvicinate dai quattro chierichetti che avevano proposto loro servizi fotografici osè. Così sono arrivate a una svolta qualche giorno fa quando i militari hanno fatto irruzione in quella che era a tutti gli effetti un bordello e dove, oltre allo pseudo direttore e ai tre pseudo chierichetti, erano presenti in quel momento anche due clienti, un avvocato di Bolzano, Adalbert Galluppher e un attore porno, Cristian d'Avena.

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