Cassazione: si al megaspinello rasta
ROMA — I seguaci della religione rasta utilizzano «la marijuana non solo come erba medicinale, ma anche come erba medicativa. E, come tale, possibile apportatrice dello stato psicofisico teso alla contemplazione nella preghiera». È il passaggio principale della motivazione della sentenza con cui la sesta sezione penale della Cassazione ha annullato la condanna a un anno e quattro mesi di carcere per illecita detenzione a fini di spaccio inflitta a J.J. Sichilton e K.S. nel dicembre del 2004. I due, sorpresi dai carabinieri con poco meno di un etto di marijuana (da cui si potevano ricavare 70 spinelli) mentre dormivano in macchina su una piazzola di sosta, si erano rivolti alla Suprema Corte sostenendo che i giudici di secondo grado non avevano tenuto conto del fatto che loro, adepti rasta, fumano l'erba in base ai precetti del loro credo che ne consente l'uso quotidiano anche di 10 grammi al giorno. E gli Ermellini gli hanno dato ragione.

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