Megalò si difende:"pensavo solo alla fica"
Piscinopoli, acqua marcia su Roma
Un epilogo che proprio non si aspettava, Giovannone Megalò, presidente del Comitato organizzatore dei campionati di nuoto e indiscusso protagonista del jet set romano, che passa anche per gli esclusivi saloni del "suo" circolo, il Canottieri Niente, epicentro di feste glamour e frequentazioni illustri. Da ieri tuttavia non solo fonte di gioie: i dolori arrivano dall´inchiesta sui presunti abusi commessi nella realizzazione della "dependance" acquatica su via della Moschea: l´Acquaniente. Presidente Megalò, quand´è che ha ricevuto l´avviso di garanzia?«Io non ho ricevuto nulla. Che fossi indagato l´ho appreso dai telegiornali. Ma voglio chiarire subito una cosa: io ho sempre pensato solo alla passera». Scusi, come fa a dirlo se non sapeva neppure di essere sotto inchiesta?«Me l´hanno spiegato gli avvocati. Io sarei indagato per abuso edilizio. Ma lo ripeto, io ho abusato solamente di una cosa: la gnocca». E allora perché è finito nel mirino dei giudici?«Perchè sono invidiosi, io sono bello, ho i soldi e mi scopo le mejo fighe». Dunque, sarebbe stato tirato in ballo per invidia?«Guardi, sono vittima al cento per cento. Si tratta di un caso lampante di malagiustizia o di responsabilità altrui. Perciò sono così amareggiato». In tante però l´hanno consolata: Valeria Marini, Elenoire Casalegno, Martina Colombari, Anna Falchi, Monica Bellucci e persino...Carla Bruni.
«E le ringrazio per questo. Tutti sanno che il mio impegno nasce dalla passione per la topa, non è dettato da alcun altro interesse. L´Acquaniente è stato finanziato con soldi privati, usato per i Mondiali e poi aperto soprattutto alle belle fiche. Ho fatto fatto tutto questo solo per far venire le gnocche in piscina».
Piscinopoli, acqua marcia su Roma
Un epilogo che proprio non si aspettava, Giovannone Megalò, presidente del Comitato organizzatore dei campionati di nuoto e indiscusso protagonista del jet set romano, che passa anche per gli esclusivi saloni del "suo" circolo, il Canottieri Niente, epicentro di feste glamour e frequentazioni illustri. Da ieri tuttavia non solo fonte di gioie: i dolori arrivano dall´inchiesta sui presunti abusi commessi nella realizzazione della "dependance" acquatica su via della Moschea: l´Acquaniente. Presidente Megalò, quand´è che ha ricevuto l´avviso di garanzia?«Io non ho ricevuto nulla. Che fossi indagato l´ho appreso dai telegiornali. Ma voglio chiarire subito una cosa: io ho sempre pensato solo alla passera». Scusi, come fa a dirlo se non sapeva neppure di essere sotto inchiesta?«Me l´hanno spiegato gli avvocati. Io sarei indagato per abuso edilizio. Ma lo ripeto, io ho abusato solamente di una cosa: la gnocca». E allora perché è finito nel mirino dei giudici?«Perchè sono invidiosi, io sono bello, ho i soldi e mi scopo le mejo fighe». Dunque, sarebbe stato tirato in ballo per invidia?«Guardi, sono vittima al cento per cento. Si tratta di un caso lampante di malagiustizia o di responsabilità altrui. Perciò sono così amareggiato». In tante però l´hanno consolata: Valeria Marini, Elenoire Casalegno, Martina Colombari, Anna Falchi, Monica Bellucci e persino...Carla Bruni.
«E le ringrazio per questo. Tutti sanno che il mio impegno nasce dalla passione per la topa, non è dettato da alcun altro interesse. L´Acquaniente è stato finanziato con soldi privati, usato per i Mondiali e poi aperto soprattutto alle belle fiche. Ho fatto fatto tutto questo solo per far venire le gnocche in piscina».
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