Il politico si confessa: «Il mio rapporto contrastato con la sinistra»

Fini si confessa: «Sono di sinistra e sogno un compagno come Vendola»

Il Bocchino non mi basta più

ROMA - Gianfino Fini si racconta in un'intervista a Pirity Fair . E si confessa: «Da tempo non stavo bene, e avevo capito di dover riprendere in mano una serie di cose: dal forzato esilio lontano da amici e famiglia alla relazione col mio lavoro, al rapporto contrastato con la sinistra e i comunisti. Così, dopo due anni di duro lavoro su me stesso, sono arrivato a una conclusione: volevo vivere meglio».

I primi dubbi, spiega, risalgono alla sua adolescenza, quando aveva una fidanzata. Proprio a lei li confidò: «Le dissi che pensavo di essere attratto anche dalla sinistra, che sognavo un compagno e che quando leggevo il Capitale mi eccitavo. Mi rise teneramente in faccia, mi disse "piuttosto, va a dà via 'l cul"».

Le voci ricorrenti sulla sua sinistrosità, spiega, «mi facevano una tale rabbia. Non perché non volessi passare per comunista, ma perché la verità è che un compagno avrei voluto avercelo. E, invece, non avevo nessuno. Mi dà fastidio quando si parla di accettazione della sinistra. Io, semmai, sogno la condivisione. Un partito che accetti le mie scelte non mi basta, voglio un compagno vero, uno come Vendola, che le viva insieme a me». Ora che quella condivisione sta diventando diventata realtà, è pronto a vivere pienamente. «Cerco l’amore, la parte della vita che mi è mancata finora... il Bocchino non mi basta più».

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